Borgward torna al Salone di Ginevra con un’auto di fine anni ’50

 

Non so se l’avevate già letto da qualche parte, ma all’inizio di quest’anno una casa automobilistica ha annunciato il suo ritorno sul palcoscenico internazionale dopo più di 50 anni d’assenza. La casa automobilistica in questione è la Borgward: lo so, magari il nome non vi dice nulla, ma Borgward, a fine anni ’50, impiegava circa 23.000 persone presso i suoi stabilimenti tedeschi e, prima della sua chiusura, ha prodotto più di 1 milione di auto.

Il Salone di Ginevra 2015, quindi, sembrava essere il luogo giusto dove rilanciare questo

semisconosciuto brand tedesco: ad ogni modo, chi si aspettava un nuovo modello o – perlomeno – concept avveniristiche rimarrà deluso. Borgward, infatti, ha portato alla kermesse svizzera un’auto di fine anni ’50: il suo nome è Isabella Coupè ed è mossa da un semplice 4 cilindri da 1.5 litri. Trovo che questa scelta, apparentemente senza senso, sia in realtà molto astuta.

Negli ultimi anni, quanti marchi storici hanno riaperto e poi chiuso nuovamente i battenti subito dopo aver presentato l’ennesima concept? Qui, l’intenzione di Borgward è quella di mostrare – almeno in parte – il suo passato, in modo che il pubblico degli appassionati abbia tempo di conoscere il brand che si prepara a ritornare sul mercato dopo decenni d’assenza. Questa strategia ha soprattutto un senso nel caso in cui Borgward non voglia essere l’ennesimo brand di nicchia: stando a quanto dichiarato fin’ora, il costruttore teutonico punta a qualcosa di più.

Sia chiaro, i piani per il futuro sono totalmente sconosciuti e sono stati anticipati dalle solite parole da comunicato stampa: “Le nostre ambizioni premium hanno origine nella storia del marchio”, ha fatto sapere la casa tedesca “alla quale può essere aggiunta la precisione, il progresso e la qualità dell’industria tedesca del 21° secolo”. Per il futuro, Borgward “identificherà i bisogni reali dei guidatori in un periodo di grande trasformazione della società, durante il quale i modelli di mobilità sono cambiati radicalmente”. Insomma, chi ci capisce qualcosa è fortunato.

Infine, Borgward “dovrà infondere nei suoi clienti l’orgoglio di possedere un’auto di questo marchio. Al giorno d’oggi, avanzate tecnologie di comunicazione e di intrattenimento sono essenziali in un’auto realizzata per diffondere piacere”. La prossima vettura del rinato brand tedesco potrebbe essere di qualsiasi tipo, anche se – leggendo queste righe – abbiamo l’impressione di aver capito almeno il tipo di trasmissione, sicuramente ibrida plug-inelettrica o qualcos’altro di molto ecologico.

Sono proprio curioso di sapere cosa tireranno fuori dal cilindro quelli di Borgward. Riuscirà questo rinato brand a costituire – almeno un giorno molto lontano – una reale alternativa a Bmw o Mercedes? Del resto, alla fine degli anni ’50 lo era.