Se non avete mai sentito parlare di un’auto chiamata Nyayo Pioneer, non vi preoccupate, è completamente normale. In caso contrario, siete automaticamente ingaggiati nello staff di Motori-24. Scherzi a parte, la Pioneer doveva essere – e per certi versi lo è stata – la prima auto completamente progettata e realizzata in Africa. La sua nascita si deve ad un’idea dell’ex presidente del Kenya Daniel Moi, il quale desiderava un’auto africana, “non importa quanto brutta o lenta potesse essere”.
In lingua Swahili, “Nyayo” era il soprannome
dell’allora presidente Moi, il quale, nel 1986, convinse l’Università di Nairobi ad iniziare a progettare una nuova vettura in completa indipendenza. Dopo circa quattro anni ed enormi finanziamenti governativi, l’università riuscì a realizzare cinque differenti prototipi: una berlina a quattro porte, una a cinque porte, un pick-up, una versione coupè ed addirittura una versione da rally. Come potete vedere dai pochi scatti disponibili, la Pioneer assomigliava a molte altre vetture dell’epoca e – infondo – non si poteva nemmeno dire che fosse brutta.
In più, sotto il cofano era presente un quattro cilindri 1.2 a benzina (non si sa se prodotto localmente) in grado di far raggiungere alla Pioneer una velocità massima di poco superiore ai 130 Km/h. Nonostante le ottime premesse, la prima vettura africana non ebbe un pessimo debutto: il giorno della presentazione, alla presenza del presidente Moi e davanti ad una folla di circa 5’000 persone, solamente uno dei cinque prototipi realizzati fino a quel momento partì, ma percorse appena 400 metri prima di fermarsi. Ed il bello è che alla guida c’era proprio Moi.
Per la riprogettazione dei prototipi e l’eventuale messa in produzione della versione definitiva occorreva un ingente quantità di investimenti: non volendo trovare investitori al di fuori del continente africano, il progetto della Nyayo Pioneer morì abbandonato a se stesso. All’inizio degli anni ’90, lo stabilimento che sarebbe stato destinato alla produzione della vettura fu venduto ad un’altra società che, negli anni successivi, diventò comunque l’unica società africana in grado di realizzare autonomamente ricambi per auto e locomotive, ma anche parti di ricambio per tornio ed altri macchinari.
Questo qui sotto, è il servizio di una televisione kenyana in merito a questa auto purtroppo mai nata.