Purtroppo, di questi tempi la notizia della chiusura di stabilimenti in Europa non è più tanto così clamorosa. Tuttavia, questo genere di notizia può assumere un po’ di clamore nel caso in cui il prossimo stabilimento automobilistico destinato a chiudere fosse in Germania. Più precisamente, stiamo parlando dell’impianto Opel di Bochum, che chiuderà i battenti nel 2014.
La notizia è stata riportata da qualche ora da “Bloomberg“, secondo cui i proprietari di General Motors avrebbero deciso di chiudere
l’impianto con due anni di anticipo rispetto a quanto previsto originariamente. Questa drastica decisione è stata presa dai vertici americani subito dopo la risposta negativa dei lavoratori ad un congelamento dei salari. Infatti, i lavoratori di Bochum hanno votato in forza contrariamente alla proposta di General Motors che prevedeva la fine degli aumenti salariali in cambio del mantenimento della produzione della Zafira fino a fine 2016.
Questo accordo era legato ad un piano molto importante per Opel, la quale aveva in programma di convertire Bochum in un centro logistico e di produzione di componenti per le auto del gruppo, conversione che avrebbe assicurato il mantenimento di circa 1’200 posti di lavoro sugli attuali 3’000. Ora, però, sembra essere tutto da rifare.Dal canto suo, General Motors ha comunicato di aver dovuto prendere una decisione così drastica a causa della sua situazione europea non proprio rosea.
Infatti, la divisione europea del colosso di Detroit è in perdita ininterrottamente dal 1999, riuscendo a sopperire a queste perdite solamente con le immatricolazioni ottenute in Nord America e Cina. Quindi, in un’ottica futura, per General Motors chiudere questa fabbrica (o convertirla) era essenziale. Anche noi siamo amareggiati per i tanti lavoratori che perderanno il posto, ma appena 5 anni fa (nel 2008), per Opel la situazione era ben peggiore: in quel tempo si era discusso con Fiat di una possibile acquisizione (che fallì anche per l’invincibile nazionalismo tedesco) e subito dopo addirittura di una presunta chiusura della casa del fulmine, proprio come era successo pochi mesi prima a Saturn, Hummer o Pontiac.