Auto elettrica: dominava le strade 100 anni fa

 

Le auto elettriche saranno il futuro“. Eh, chissà quante volte ormai abbiamo sentito questa frase. Sicuramente un previsione attendibile. Peccato però che pochi sanno che è vero anche l’esatto opposto, ovvero che le auto elettriche sono state anche il passato. Si, perché all’inizio del 1900 – così come riportato dal Dipartimento per l’Energia statunitense dell’epoca – le auto elettriche erano circa un terzo di quelle circolanti. Sempre nello stesso periodo, le auto elettriche incontravano anche il parere favorevole della stampa: nel 1911, il New York Times le descrisse semplicemente come “ideali”.

Il primo veicolo elettrico di tutti i tempi fu inventato dall’americano Thomas Davenport, che nel 1835 fece debuttare una piccola locomotiva a batterie. Successivamente, nel 1890, un altro americano, William Morrison, mise su strada un’auto elettrica in grado di ospitare 6 persone con una velocità massima di circa 30 km/h. Pochi anni dopo – precisamente nel 1897 – nacque la prima azienda dedita alla produzione di auto a zero emissioni su larga scala: il suo nome era Pope Manufacturing Company. Basata in Connecticut, vide l’appoggio anche di Thomas Edison, il quale si offrì di progettare batterie più potenti in grado di offrire una maggiore autonomia.

Nel 1898 toccò agli europei: a debuttare al mondo dell’elettrico fu nientepopodimeno di Ferdinand Porsche, che – prima di fondare la casa automobilistica tanto nota nel 1931 – diede vita ad un veicolo elettrico denominato Lohner Porsche. Dalla Lohner Porsche nacque anche un secondo veicolo – rimasto sotto forma di prototipo – denominato Semper Vivus: la sua particolarità? Era un’auto ibrida, in grado di combinare il motore elettrico con quello a combustione. Insomma, lo stesso principio della Prius: cosa non da poco, se si considera che il tutto è stato pensato e realizzato nel 1900.

Nello stesso anno, oltre 60 taxi newyorkesi erano completamente elettrici e la stampa tesseva le lodi di questa tipologia di vetture, considerandole ideali anche per le donne perché “le auto a benzina richiedono una gran forza per essere guidate, più forza di quella che le donne solitamente hanno” (i tempi nel frattempo sono cambiati). Ma la fine delle auto elettriche era dietro l’angolo. Questa fine ha un nome ed un cognome, Henry Ford. Con l’avvento della sua catena di montaggio, Ford riuscì a far calare drasticamente il prezzo delle vetture a benzina attorno al 1912.

Giusto per fare un paragone, il prezzo di un’auto a benzina era di 650 euro, mentre il prezzo di una vettura equivalente – ma elettrica – era di 1.750. Questo – comunque – non è stato l’unico motivo che causò la sparizione delle elettriche dalla circolazione: negli stessi anni, infatti, furono scoperti i primi giacimenti petroliferi in Texas e, in più, vennero realizzate le prime infrastrutture in grado di collegare tutto il paese: l’autonomia, quindi, divenne il principale problema delle auto elettriche.

L’era delle auto elettriche terminò, ed a partire dagli anni ’30 cominciarono a scomparire. Nel 1959, comunque, qualcuno ci provò nuovamente, sempre negli Stati Uniti: era la Henney Kilowatt (foto sotto):  circa 80 Km con una carica e 80 km/h di velocità massima. Penso abbiate già capito che fine abbia fatto: solo 47 esemplari delle 100 Kilowatt prodotte in due anni furono vendute. Dopo di lei, più nessuno.

Occorrerà attendere fino al 1997, quando la prima generazione della Toyota Prius venne mostrata al mondo. Okay, non è un’elettrica pura, ma è stata la prima “ecologica” di massa. Il resto è storia recente: Tesla è arrivata nel 2006 ed ha sconvolto il mercato con i suoi ultimi prodotti, costringendo costruttori come Audi (con Quattro E-Tron) e Porsche (con Mission-E) a rivedere i loro piani elettrici per il futuro. La vendetta dell’auto elettrica è dietro l’angolo? Di certo, le oltre 400.000 prenotazioni che la Tesla Model 3 ha raccolto fino a questo momento sono un ottimo indizio.