Fiat: torna in vita la “Besta di Torino”

 

Oggi vi riportiamo agli albori della storia dell’automobile, un periodo in cui le poche case automobilistiche esistenti dedicavano decisamente poco tempo alla riduzione delle emissioni e dei consumi. La prova di questo e’ la Fiat S76, conosciuta anche come la “Bestia di Torino“, un’auto nata nel 1911 di cui – francamente – ci eravamo dimenticati.

Ora, dopo un lungo processo di restauro durato circa 10 anni, la “Bestia di Torino” torna in vita

e viene riaccesa per la prima volta dopo 100 anni. A “girare la chiave” – un modo di dire, dato che la chiave non esiste – e’ stato Lord March, patron ed ideatore del Festival of Speed of Goodwood, una delle manifestazioni motoristiche piu’ belle al mondo (se non la piu’ bella).

Ma come mai questa antica Fiat e’ chiamata la “Bestia di Torino“? Il motivo e’ molto semplice: la’ davanti, sotto al cofano lungo e stretto, nasconde un pauroso motore da 28.3 litri in grado di erogare una potenza di 290 cavalli, davvero una follia per il tempo. 

La Fiat S76 fu realizzata con un unico scopo: abbattere ogni record di velocita’ su terra allora esistente. Naturalmente, ci riusci senza troppe difficolta’: anche grazie al suo peso di “appena” 1.650 Kg, la “Bestia di Torino” raggiunse 290 Km/h. Non so chi siedeva dietro al volante in quel momento, ma di sicuro era una persona con un gran fegato.

La vettura sara’ quindi esposta al Festival of Speed of Goodwood di quest’anno (25-28 giugno), dove sara’ presente anche il suo proprietario, il collezionista inglese Duncan Pittaway, che l’ha acquistata nel 2003 completamente smontata dopo che, durante la Prima Guerra Mondiale, i progettisti della Fiat la smontarono per non farla cadere nella mani del nemico.