Marchionne, addio nel 2018

 

Sergio Marchionne dirà addio al gruppo Fiat-Chrysler (o FCA, che dir si voglia) nel 2018. Questo è quanto ha dichiarato il manager dal maglioncino in occasione di un’intervista concessa a “Businessweek”. Così, dopo le voci che si sono susseguite negli scorsi mesi, Marchionne ha finalmente deciso di far chiarezza sull’argomento: lascerà le sue attuali cariche alla fine dell’ambizioso piano industriale quinquennale presentato quest’anno.

Dopo che da 10 anni è alla guida della Fiat, il manager italo-canadese è il più

longevo amministratore delegato fra tutte le case automobilistiche europee. All’età di 66 anni abbandonerà quindi il costruttore del Lingotto, ma non si andrà a riposare in qualche sperduto paradiso caraibico: lo stesso Marchionne ha infatti precisato che farà “sicuramente qualcos’altro”, non specificando però se rimarrà all’interno dell’industria dell’auto o meno.

Per quanto riguarda le ragioni della decisione, il CEO di FCA ha spiegato che al termine dei prossimi 5 impegnativi anni, il ruolo del futuro amministratore delegato dovrà essere “riconfigurato”, in quanto il prossimo numero uno “si dovrà occupare di diverse cose” che potranno essere anche “totalmente differenti” da quelle di cui si occupa attualmente lo stesso Marchionne, il quale ha poi confermato che non ci sarà nessun ripensamento, dicendo che “è giusto che vadano avanti i giovani”.


Con una dichiarazione del genere, è chiaro che tutti abbiano visto in John Elkann (presidente di Fiat ed Exor) il naturale successore di Marchionne, il quale però non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito. Tuttavia, lo scorso anno lo stesso Elkann aveva fatto i nomi di alcuni possibili candidati alla presidenza del gruppo: Rochard Tobin (capo di CNH Industrial), Alfredo Altavilla (capo di Fiat Europa), Mike Manley (numero uno di Jeep) e Cledorvino Belini (capo di Fiat Brasile).

Infine, Elkann ha ribadito che la famiglia Agnelli non cederà le proprie quote in FCA, ma che comunque vi sarà la possibilità di diluirle “nel caso ci fosse la possibilità di rendere la società più forte”. Elkann si è infatti detto pronto “a prendere parte al processo di consolidamento del settore auto dei prossimi 5-10 anni” ma solo “se avrà veramente un senso”.