“Brilliance ha espresso un desiderio e formalizzato una richiesta, nero su bianco, per aprire una struttura produttiva in Italia. Ora, bisogna capire se vogliono continuare su questa strada e se gli interessa Termini Imerese”. Queste sono le parole pronunciate da Matteo Renzi in occasione del suo tour di questa settimana in alcune regioni del Sud. Parole che non lasciano spazio ad equivoci, voci o indiscrezioni: i cinesi di Brilliance vogliono costruire le loro auto in Italia.
Brilliance è controllata direttamente dallo stato cinese ed è
quotata alla borsa di Francoforte e di Hong Kong. In patria, è l’ottavo produttore di auto e, sempre in patria, nel 2003 ha sottoscritto un accordo di join-venture con BMW per la produzione di Serie 3 e Serie 5 direttamente in Cina. Ora, resta da capire se il costruttore cinese è interessato a rilevare l’impianto ex Fiat di Termini Imerese, rimasto inattivo dal 2011, anno in cui la casa del Lingotto ha deciso per la sua chiusura.
Le ragioni che spingono una casa cinese ad aprire uno stabilimento in Europa possono essere molteplici: meno tasse sull’importazione, enorme risparmio sulle spese di trasporto e – cosa non da poco – presenza diretta all’interno del nostro mercato. Ad ogni modo, Brilliance non sarebbe la prima cinese ad aprire un suo centro in Europa: infatti, Great Wall, per produrre la sua Voleex, nel 2012 ha aperto uno stabilimento in Bulgaria.
Infine, i più attenti di voi ricorderanno che Brilliance ha già tentato di avventurarsi nel mercato europeo, fallendo miseramente: tra il 2007 (anno del debutto) ed il 2009 (anno del ritiro), Brilliance riuscì a vendere appena 502 vetture. Tra i modelli commercializzati c’era anche la BS6, berlina che diventò famosa per i disastrosi risultati del crash-test che potete vedere nel video qui sotto.