A meno che non siate appassionati di storia inglese, difficilmente sarete a conoscenza del fatto che nei primi anni ’90 il Regno Unito dovette fronteggiare un importante aumento delle cosiddette “rapine ariete“, dove molto malviventi improvvisati si lanciavano a bordo di auto rubate contro le vetrine dei negozi allo scopo di rubarne tutta la mercanzia.
Naturalmente, optando per rapine di questo tipo, i malviventi erano obbligati a
fuggire a bordo di auto decisamente malconce o – male che vada – addirittura a piedi. In quegli stessi anni, molte delle bande specializzate nelle “rapine ariete” vennero arrestate. Molte tranne una, la quale, dopo aver rubato una il 26 novembre del 1993 una Lotus Carlton dal giardino di una villa nel Worcestershire, ebbero la “geniale” idea di non utilizzarla come ariete per sfondare le vetrine dei negozi. E adesso vi spiego il perché.
Nata da una collaborazione tra General Motors e Lotus, la Carlton è una vera e propria supercar travestita da berlina. Prodotta in poco meno di 1’000 unità tra il 1989 e il 1992, è realizzata partendo da una meno nobile Opel Omega 3000GSi 24V. Dopo le modifiche apportate dal costruttore inglese, sotto il cofano vi era un 3.6 sei cilindri in linea con due turbocompressori Garrett T25 ed un intercooler.
Il tutto, produceva 377 cv e 419 Nm di coppia massima. Lo 0-100 era inferiore a quello di una Ferrari Testarossa. La potenza era scaricata a terra tramite un cambio manuale ZF a sei innesti (lo stesso della Corvette ZR-1 dell’epoca). Sospensioni multilink al posteriore, freni maggiorati e kit aerodinamico specifico andavano a completare l’opera. Tra fine anni ’80 ed inizio anni ’90 la Lotus Carlton era la berlina più veloce del mondo. Per questo motivo, dopo che i ladri la rubarono in quella notte del novembre 1993, si accorsero immediatamente le “rapine ariete” non facevano per la Lotus Carlton.
Nei 6 mesi successivi, grazie all’utilizzo della berlina anglo-tedesca, questa banda di furfanti si dedicò ad “affari” di altro genere: stando ai rapporti della polizia, la Carlton veniva utilizzata per il traffico illecito di sigarette e liquori in tutte le West Midlands. Di giorno, la Lotus Carlton sembrava letteralmente scomparire, per poi ricomparire con il favore delle tenebre.
Per la polizia inglese era praticamente impossibile fermare i ladri, dato che le Vauxhall in dotazione non potevano di certo offrire lo stesso tipo di prestazioni. Nei primi mesi del 1994, “Indipendent“ parlò della vicenda, dicendo che addirittura la polizia “avesse ricevuto l’ordine tassativo di non farsi coinvolgere in inseguimenti in quanto, se lo facesse, vi sarebbero dei seri rischi sia per i poliziotti che per i normali cittadini”.
Naturalmente, i giornali scandalistici anglosassoni marciarono sulla vicenda, dicendo che “era in vendita un’auto troppo veloce per la sicurezza pubblica”. Addirittura, c’è chi propose di sospenderne vendita e produzione, ma per fortuna queste proposte non si sono mai trasformate in realtà, forse anche perché dopo alcuni mesi le attività illegali del gruppo sono andate via via scemando. Ad ogni modo, nel bene o nel male, la Lotus Carlton rimarrà sempre un pezzo importante della tradizione automobilistica britannica. Ah, giusto per la cronaca: i componenti della banda di cui vi abbiamo parlato non sono mai stati individuati.