Chris Bangle è senza dubbio uno dei designer automobilistici che più ammiro. Nel corso della sua carriera ha infatti avuto il coraggio di intraprendere linguaggi estetici alternativi all’interno del mondo dell’auto, mondo dove un design classico sembra sempre premiare (una chiara dimostrazione ne è la Golf). Come dimenticarsi di un’auto molto bella come la Fiat Coupè e delle scelte azzardate fatte con la Multipla e con la scorsa generazione della Serie 5?
Proprio grazie a queste scelte, probabilmente
il designer americano è diventato il più influente di tutto il 21° secolo, raggiungendo l’apice del successo quando è riuscito a trasformare radicalmente il design della gamma BMW a partire di primi anni 2000. Come ricorderete, Bangle ha detto addio a BMW nel 2009 per aprire il suo studio indipendente a Torino, che tutt’ora dirige. Anche per questo, quindi, l’americano è rimasto per un po’ al di fuori delle cronache automobilistiche.
Oggi, però, ci ritorna grazie ad “Automotive News Europe”, che è andato a cercarlo nel capoluogo piemontese per chiedergli cosa ne pensasse dell’attuale design automobilistico. La risposta (come mi aspettavo) è stata tutt’altro che positiva. Secondo Bangle, infatti, i car-designer sono bloccati in una fase che lui stesso descrive come “manierismo“, in quanto si basano sugli stessi metodi ed elementi già usati molte volte in passato.
Secondo Bangle, “non c’è una reale volontà di cambiamento e nessuno vuole che questo cambiamento avvenga”, aggiungendo poi che molti progettisti parlano troppo spesso di innovazione senza metterla in campo realmente. “Anche le concept-car”, aggiunge Bangle, “vanno semplicemente ad anticipare il modello di serie, dal quale differiscono solo per alcuni dettagli. Questa può chiamarsi innovazione?”. Nella stessa intervista, il designer dell’Ohio ha ammesso di aver ricevuto offerte da diverse case, ma di averle rifiutate tutte “perché progettare auto è qualcosa che ti consuma, non si può fare part-time, lo si deve fare con il cuore e l’anima, altrimenti c’è il rischio di sbagliare tutto”. Sante parole, mister Bangle. Si sente la mancanza di designer come lei.