Oggi, inauguriamo questa settimana con una notizia curiosa che ci dimostra gli eccellenti livelli di tempismo di Renault. Forse, vi ricorderete della vicenda di spionaggio industriale che ha coinvolto all’inizio del 2011 il costruttore francese (se non va la ricordate, cliccate qui), vicenda caratterizzata da accuse nei confronti di alcune aziende cinesi e di alcuni dirigenti Renault.
Tuttavia, dopo appena due mesi dal sollevamento di questa bufera (probabilmente senza precedenti nella storia automobilistica), i vertici della
Losanga fecero un passo indietro, dichiarando che i signori Balthazard, Bertrand Rochette e Matthieu Tenenbaum (i tre dirigenti indagati per spionaggio) sono stati accusati ingiustamente. Ad ogni modo, prima di questo dietro-front ufficiale da parte di Renault, si apprende ora da alcuni quotidiani francesi un fatto alquanto curioso.
Tempismo, dicevamo all’inizio dell’articolo: la casa d’Oltralpe, infatti, prima di predisporre un risarcimento ai suoi tre uomini per il danneggiamento della vita professionale, aveva già preparato esattamente tre lettere di cordoglio da inviare ai famigliari di queste persone nel caso in cui qualcuno di loro (o anche tutti) avessero scelto la via estrema del suicidio.
Fortunatamente, questo non è accaduto, in quanto, come dicevamo prima, le accuse si sono dimostrate totalmente false. Un lato della vicenda, però, ci rimane ancora oscuro: infatti, saremmo curiosi di chiedere al numero uno Carlos Ghosn (che per questo caso rischiò addirittura di perdere il posto) per quale motivo sono nate queste accuse e, appena due mesi dopo, si sono dissolte praticamente nel nulla. Credo proprio che la verità non verrà mai a galla…