Scommetto che i lettori che ci seguono da qualche mese stanno iniziando a preoccuparsi. L’altro giorno abbiamo espresso le nostre opinioni in merito alla nuova Hyundai i30 (clicca qui per leggerle), oggi parliamo addirittura di una DR. Ma non doveva essere un blog dedicato esclusivamente alle auto di cui vale veramente la pena parlare? Si, tranquilli, torneremo a parlare anche di quelle, ma oggi voglio concentrarmi su questa nuova auto cinese.
Si, cinese, perché nonostante il fatto che il signor Luca di Risio (patron della DR e persona che gode di
tutta la nostra stima) parli tanto di made in Italy (stessa cosa fanno anche i suoi rivenditori con i potenziali clienti), le vetture da lui commercializzate restano comunque cinesi, anche se assemblate in parte in Italia. Questo perché tutte le componenti e tutti i propulsori (ad eccezione del turbodiesel della DR5) provengono dal Paese asiatico.
La nuova DR3, basata sulla cinese Chery A3 (andatela a cercare su Google) verrà assemblata a Termini Imerese, ex-stabilimento Fiat, avrà prezzi compresi tra gli 11’000 e 13’000 Euro (davvero pochi per un’auto di questo segmento, sopratutto considerando l’equipaggiamento di serie completissimo anche con i sedili in pelle) e sarà disponibile con due motori a benzina/gpl, un 1.3 da 83 cv ed un 1.5 da 109, entrambi cinesi. Sotto il punto di vista estetico è preoccupante il fatto che mi piaccia più di una Volkswagen Golf o della nuova BMW Serie 1 (guardate ancora una volta le foto qui se ne avete il coraggio). L’idea della DR è ottima, però smettiamola di essere così falsi dicendo che si tratta di auto italiane, perché del Bel Paese non hanno praticamente nulla.
Ah, d’ho un consiglio ha chi ha intenzione di acquistare una DR3: allo stesso prezzo si può trovare un buon usato (Alfa Romeo 147, Opel Astra, Volkswagen Golf, ecc.) e prima date una letta ad un blog molto interessante con protagonista la DR cliccando qui.