Alcuni giorni fa, “l’Institute for Global Labour and Human Rights”, ha reso noto un documento intitolato “Dirty Parts/Where Lost Fingers Come Cheap: Ford in China”, dove l’ente accusa pubblicamente Ford di aver violato alcuni diritto umani fondamentali nei suoi stabilimenti cinesi, all’interno dei quali non sarebbero rispettati in alcun modo le più elementari norme sulla sicurezza dei lavoratori.
Ad ogni modo, per non accusare nessuno ingiustamente, va da subito chiarito che l’impianto oggetto del documento non è di proprietà Ford, ma è gestito Dongguan Yuwei Plastics and Hardware Products, azienda di componentistica grande partner di Ford, in quanto circa l’80% dei suoi prodotti sono proprio destinati al costruttore dell’ovale blu.
L’inchiesta è nata dall’infortunio sul lavoro di un’operaio, feritosi mentre lavorava ad un macchinario per lo stampaggio che stava producendo componenti destinati alla Ford: in quel frangente, i vertici dell’impianto cinese avrebbero ordinato di disattivare il sistema di controllo ad infrarossi di cui è dotato il macchinario al fine di produrre più componenti in meno tempo. L’operaio cinese ha perso tre dita. Lo stesso documento ha aggiunto che ci sono stati altri quattro incidenti dello stesso genere all’interno dello stabilimento, a cui sono seguiti immediatamente dei licenziamenti alquanto inopportuni.
Dal canto suo, i vertici di Ford hanno dichiarato che stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione e che la stessa Ford “si aspetta che i propri fornitori rispettino la legge sulle condizioni di lavoro dei propri lavoratori”.