Volkswagen dice addio al Maggiolino?

 

Volkswagen. La traduzione di questo nome è chiara a tutti: “auto del popolo”. Naturalmente, dal giorno della fondazione del costruttore tedesco, le cose sono cambiate, ma non bisogna dimenticarsi che Volkswagen si è costruita la sua fama anche grazie ad un’auto semplice, pratica, adatta all’uso famigliare e con il motore montato al posteriore. Il suo nome era Maggiolino.

Come è ovvio che sia, l’attuale generazione della Maggiolino è completamente differente dalla sua

storica antenata, anche se ne ricorda chiaramente le forme. L’attuale generazione è entrata in commercio alla fine del 2011 e devo ammettere che – pur non essendo il mio genere di auto – mi piace. Curata, ricca di dettagli azzeccati, vanta una carrozzeria che è riuscita a trasportare perfettamente il Maggiolino del terzo millennio.

Ad ogni modo, devo anche ammettere che la maggior parte delle persone sembrano pensarla in maniera differente da me. Dal giorno della sua presentazione, l’originale vettura teutonica è riuscita a totalizzare (al massimo) 5’000 ordini in un mese, viaggiando in media tra le 2’000 e le 3’000 unità/mese.

Lo so, probabilmente anche voi – come me – pensavate che numeri del genere siano buoni per un’auto decisamente non convenzionale, ma i vertici di Volkswagen la vedono in modo diverso. Stando a quanto riferito dal quotidiano tedesco “Der Spiegel”, per i prossimi anni, la casa di Wolfsburg si è prefissata l’obiettivo di abbassare i suoi costi di circa 5.4 miliardi. Per ottenere un tale risultato, non è sufficiente tagliare sulle hostess presenti ai vari saloni, ma occorre fare qualcosa di più concreto.

Che cosa? Per esempio tagliare i modelli che non rendono. Tra questi ci potrebbe essere la Maggiolino, che – come abbiamo detto – è lontana dalle 83’000 unità/mese che ha fatto totalizzare la scorsa generazione nel corso del 1999. Il futuro listino di Volkswagen quindi, potrebbe essere orfano di una delle vetture simbolo della casa tedesca.

Non solo: a fare le spese di questa politica di revisione dei costi potrebbe essere la versione a 3 porte della Polo, della quale, ne sono sicuro, non sentiremo troppa mancanza. Ma della Maggiolino si. Ripeto, è un’auto che non amo e che non comprerei, ma che comunque vorrei continuare a vedere su strade, esattamente come la Scirocco, una delle Volkswagen più belle degli ultimi anni che non merita di finire nel dimenticatoio.