Il ministro delle finanze del Land tedesco della Bassa Sassonia, Hartmut Moellering, ha da tempo l’obbiettivo di risanare i conti pubblici in rosso della regione di cui fa parte, il cui “buco” ammonterebbe a circa 1,8 miliardi di euro.
Così, per recuperare un po’ di denaro, il ministro tedesco avrebbe preso la drastica decisione di vendere parte delle azioni del Gruppo Volkswagen detenute dal Land della Bassa Sassonia.
La regione tedesca è il secondo azionista per importanza di Volkswagen, detenendo il 14,8% del colosso di Wolfsburg.
Comunque, per ora non arriva alcuna conferma su queste indiscrezioni (riportate dall’agenzia Bloomberg) da parte dei vertici politici dello stato tedesco. Nel particolare, l’agenzia cita di aver ottenuto queste preziose informazioni da una fonte che (come solito in queste occasioni) chiede di restare anonima, fonte che ha specificato che il Governo intende recuperare dall’operazione all’incirca 200 milioni di euro e stipulare contemporaneamente un accordo che gli consenta di mantenere l’attuale diritto di voto all’interno del consiglio di amministrazione dell’azienda.
Esattamente dal 1960, con l’istituzione della “legge Volkswagen”, attraverso la quale il costruttore venne privatizzato, il Land della Bassa Sassonia conserva il suo diritto di veto all’interno del consiglio di amministrazione.
Lo statuto di Volkswagen è molto complesso, è delinea una significativa differenza tra le quote dei singoli soci ed il loro diritto di voto. Ad esempio, come già detto la Bassa Sassonia detiene attualmente il 14,8 delle azioni, ed ha quindi il 20,1% dei diritti di voto, oltre ad avere pieno diritto di veto. Fanno parte inoltre di Volkswagen la Porsche Holding (che detiene il 32,2% di quote ed il 50,7% dei diritti di voto) e la Qatar Holding (detiene il 12,3% delle azioni ed il 17% dei diritti di voto).