Uno degli avvenimenti che ha scosso il mondo degli appassionati di auto negli ultimi mesi è certamente il fallimento di Saab: fino a qualche settimana fa si parlava di un possibile acquisto del marchio da parte dei cinesi di Youngman e dagli indiani di Mahindra. La situazione, però, non si evolse e così di è raggiunta l’attuale fase di stallo.
Tuttavia, un’ancora di salvezza potrebbe arrivare ancora dall’est: negli scorsi giorni, infatti, ai curatori fallimentari della casa svedese sembrano aver valutato molto attentamente l’offerta congiunta di un’azienda giapponese specializzata nel campo
dell’elettronica (si è fatto il nome della Panasonic) e di una casa automobilistica cinese (l’unico nome che è trapelato è quello della Baic, famosa per aver acquisito nel 2009 diritti e tecnologie per la produzione in Cina della 9-3 e 9-5). La volontà delle due aziende sarebbe quella di far ripartire la produzione della 9-3 la quale, però, sarà dotata di una motorizzazione esclusivamente elettrica (questo interesserebbe anche il Governo svedese, che potrebbe finanziare il progetto).
Tuttavia, un quesito ci sorge spontaneo: al giorno d’oggi, come può garantire una continuità industriale la produzione di un’auto in versione esclusivamente elettrica e con una struttura e design datato come quello della 9-3?