Forse alcuni di voi sapranno che esiste una versione completamente elettrica della Fiat 500, denominata 500e. Se non ne avete vista neanche una per le strade della vostra città non vi preoccupate: questa versione è in vendita solo nello Stato della California. Il suo prezzo – senza incentivi statali – è di 32’300 Dollari ma, nonostante questo, Fiat perde 14’000 Dollari ogni 500e venduta.
Un particolare del genere non farebbe piacere a
qualsiasi amministratore delegato, figuriamoci ad un personaggio carismatico come Sergio Marchionne. Non a caso, nelle scorse ore, il numero uno di Fiat-Chrysler ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto molto discutere: in occasione di una conferenza stampa svoltasi lo scorso mercoledì a Washington, il manager dal maglioncino a pronunciato le seguenti parole: “Spero che nessuno la compri (la 500e, n.d.), perché per ogni esemplare venduto perdiamo 14’000 Dollari”.
Tutti gli altri manager dell’industria dell’auto avrebbero fatto buon viso a cattivo gioco, mentre Marchionne ha tirato fuori tutta la sua sincerità, poi anche rincarando anche la dose: “ne venderemo il minimo di quanto dobbiamo venderne, non una in più”. Ad ogni modo, bisogna precisare che queste dichiarazioni sono state fatte all’interno di un contesto ben circostanziato, dato che Marchionne da mesi protesta contro una legge che costringe le case ad investire nel comparto dei veicoli elettrici obbligandole ad adottare misure del tutto anti-economiche.
L’unica in grado di trarre profitto dalle auto elettriche è Tesla: il costruttore californiano produce una berlina di alta gamma posizionata in una fascia di prezzo relativamente alta, prezzo che gli permette di generare un profitto su ogni auto venduta. La Fiat 500e, al contrario, comporta gravi perdite al gruppo e quindi se vogliamo è normale che Marchionne ponga i propri obiettivi su altre tipologie di vetture. Le questioni finanziarie prevalgono su quelle prettamente ecologiche.