Un piccolo viaggio all’interno dell’universo Formula Uno, tra segreti, budget milionari e finanziamenti di ogni tipo.
Il mondo della Formula Uno è decisamente molto strano: tutti vogliono sapere quali sono i segreti degli altri team facendo il massimo per nascondere i propri. La stessa cosa vale per i finanziamenti: tutti vogliono sapere a quanto ammontano e da dove provengono quelli degli avversari, senza mai mettere in modo chiaro nero su bianco i propri. Infatti, ottenere numeri precisi dai team è un po’ come mandare una mail alla Coca-Cola chiedendo la loro formula segreta.
Ad ogni modo, accorre in nostro soccorso il registro delle imprese di Londra al quale, tutte le aziende con sede nel Regno Unito dovranno presentare il loro bilancio di fine anno, bilancio che potrà essere liberamente consultato al costo di una sola Sterlina. Per quanto riguarda il nostro settore, ricorderete che ben 8 squadre su 11 hanno sede proprio nel Regno Unito: praticamente tutte tranne Sauber che ha sede in Svizzera e Ferrari e Toro Rosso che hanno la loro sede in Italia.
Così, alcuni giornalisti sono andati a spulciare nel bilancio della Red Bull Racing. Stando a quanto dichiarato dalla squadra di Chris Horner, la spesa per il 2013 ammonta a 211 milioni di Euro. Ma questa è solo una fetta della torta. Il bilancio tiene conto dei 55 dipendenti della Red Bull Racing, numero che praticamente corrisponde alle persone che seguono il team durante tutto il mondiale.
L’altra fetta della torta è la Red Bull Technology, un’altra società impegnata nello sviluppo della monoposto. Tale società ha tra i suoi dipendenti un gran numero di artigiani ed ingegneri, tra cui Adrian Newey, per un totale di 658 persone, i cui stipendi ammontano a 69.7 milioni di Euro all’anno. A questa cifra, si vanno ad aggiungere altri 90.7 milioni di Euro necessari per il lavoro del reparto ricerca e sviluppo.
Di conseguenza, fare una somma è facile: nel 2012, Red Bull ha speso circa 371.4 milioni di Euro per lo sviluppo della sua vettura, senza contare il leasing del motore Renault. Una cifra impressionante, soprattutto se paragonata con i circa 90 milioni di Euro annui che Marussia, Caterham, Williams, Force India, Toro Rosso e Sauber spendono per l’intero sviluppo della loro vettura, compreso il leasing del motore.
Facendo una veloce botta di conti, possiamo affermare che Red Bull spende circa 280 milioni in più di un team come Marussia per essere 3 secondi più veloce, di quest’ultimo, quasi 100 milioni ogni secondo guadagnato. Il budget di Ferrari è lievemente inferiore, McLaren ha concluso il 2013 a quota 200 milioni, mentre Mercedes ne ha spesi 180.
Da dove arrivano tutti questi soldi?
Innanzitutto, i team con una maggiore storia alle spalle hanno entrate garantite tramite i diritti televisivi. Questi diritti, fanno parte del cosiddetto “patto della concordia” firmato da Ecclestone con Red Bull, Ferrari, Mercedes, McLaren e Williams. In cambio, gli stessi team hanno garantito la loro partecipazione al mondiale almeno fino al 2020.
Tuttavia, il “patto della concordia” ha anche risvolti negativi: nel caso in cui Lotus vincesse il mondiale 2014 e Ferrari arrivasse ultima nel mondiale costruttori, la casa di Maranello riceverebbe ugualmente più soldi degli avversari inglesi grazie agli accordi stipulati con CVC e FOM, società che detengono ogni diritto sulla Formula Uno. Stessa cosa vale per gli altri team che fanno parte del “patto della concordia” di cui dicevamo sopra.
Naturalmente, un’altra parte dei guadagni arriva dagli sponsor: per esempio, Infiniti, avendo scelto di mettere il suo logo bello grande sul lato delle monoposto Red Bull, ha dovuto sborsare circa 40 milioni di Euro. Oltre al main sponsor (Infiniti, in questo caso), la monoposto sarà riempita anche con altri loghi e loghettini, per un totale di circa 60 milioni di Euro.
A conclusione di questa analisi, possiamo affermare che più o meno la metà delle spese di un team di Formula Uno sono coperte dagli sponsor e un’altra metà dai proprietari stessi. Un grande budget aiuta a vincere e forse per raggiungere una seria competitività bisognerebbe imporre dei tetti massimi. Voi cosa ne pensate?