Devo ammettere che Tesla sta facendo un ottimo lavoro. Nel campo delle vetture elettriche, la Model S è l’unico modello in grado di offrire un’autonomia decente (circa 350 Km), un’estetica niente male ad un prezzo relativamente accettabile. Ma, come tutte le auto elettriche, anche Tesla è afflitta da un grave problema: la completa mancanza di infrastrutture per la ricarica in tempi accettabili.
Così, in questi mesi la casa californiana sta compiendo
un’altra rivoluzione, offrire stazioni di ricarica rapida dedicate esclusivamente ai propri clienti. Alcune stazioni sono già state inaugurate negli Stati Uniti, mentre il primo Paese europeo a ospitarle sarà la Germania. Come era prevedibile, in uno degli Stati (almeno automobilisticamente parlando) più nazionalisti al mondo, questa scelta ha provocato qualche polemica.
In particolare, si sono interessati alla vicenda Thomas Weber, capo del settore R&D di Daimler, e Volkmar Denner, CEO di Bosch. Il primo, parlando al magazine tedesco “Automobilwoche” ha detto che “Il futuro è nella standardizzazione. Proprio come le stazioni di rifornimento, abbiamo bisogno di un sistema di ricarica comune a tutti i produttori, sia perché riduce il costo delle infrastrutture, sia perché sarebbe più conveniente per i clienti”.
Sulla stessa linea è il numero uno di Bosch, il quale ha dichiarato che “Non ha senso che ogni casa sviluppi il proprio sistema di ricarica. Esiste una tecnologia per una rete di ricarica comune in tutta Europa, dobbiamo solo avere la voglia di attuarla”. Sicuramente belle parole con le quali non possiamo non essere d’accordo. Ma vedendo la situazione dal punto di vista di Tesla, in realtà si scopre che la verità è un’altra.
E’ inutile girarci intorno: finché le auto elettriche non saranno diffuse capillarmente nella maggior parte del mondo, sicuramente i maggiori costruttori non investiranno un più di tanto per lo sviluppo di un sistema di ricarica comune. Per farvi capire com’è la situazione attuale, basta tener conto che Renault Zoe e Nissan Leaf, entrambe elettriche, entrambe con le stesse batterie ed entrambe appartenenti allo stesso gruppo, hanno cavi per la ricarica differenti.
Tesla ha intenzione di offrire un servizio molto utile e intelligente ai suoi clienti e per questo non può essere sicuramente criticata. Anzi, dev’essere elogiata per aver deciso di investire seriamente in questa direzione. Forse queste critiche non ci sarebbero state se Tesla fosse stata tedesca? Non lo sapremo mai, ma per ora consiglio a Daimler di stare attenta: il gruppo teutonico, infatti, possiede il 4.3% delle azioni della casa americana.