Dopo un attesa caratterizzata da conferme e smentite lunga decenni, Alfa Romeo tornerà ufficialmente sul mercato nord-americano a partire da questo autunno con la sua 4C. Naturalmente, un’auto di questo genere non è destinata a far numeri, e per questo il marchio del biscione offrirà un’intera gamma anche sul mercato americano.
Prima del lancio della 4C, si parlò in diverse occasioni di una possibile esportazione della MiTo anche Oltreoceano: alla fine, la proposta venne cancellata, dato che si ritenne
che una Alfa Romeo di queste dimensioni non fosse adatta per il mercato americano. Adesso, però, all’interno del Gruppo Fiat ormai è ora di guardare al futuro, dato che la MiTo è sul mercato dal 2008. Attualmente, i vertici del Lingotto, per la sua sostituta, starebbero valutando due diverse possibilità: da una parte, si ha la possibilità di riproporre una vettura della stessa tipologia dell’attuale, vale a dire una hatchback a tre porte, dall’altra si sta valutando un’innovativa possibilità, quella di sostituire la MiTo con una piccola crossover in stile Mini Paceman.
Quest’ultima possibilità permetterebbe ad Alfa Romeo di raggiungere una più facile espansione globale, anche se, probabilmente, gli alfisti più convinti storgeranno non poco il naso: anche se il mercato desidera i crossover compatti, forse, trasformare un’Alfa Romeo dall’anima sportiva in un crossover sarebbe un po’ una forzatura. Non vedo cosa possa c’entrare con il marchio del biscione, ecco. Passi, il futuro suv, ma di una vettura della stessa categoria della Mini Paceman con il brand Alfa Romeo sul cofano proprio non sento il bisogno.
Poi, chiaro, io parlo da appassionato, i risultati economici all’interno di un colosso come il Gruppo Fiat fanno parte di un altro mondo. La trasformazione, comunque, sarebbe possibile, dato che la prossima generazione della MiTo sarà realizzata sulla stessa piattaforma modulare della 500L, dalla quale nascerà presto un altro crossover compatto, la 500X. Staremo a vedere se Sergio Marchionne opterà per questa scelta alternativa. Con buona pace degli alfisti più convinti. L’importante, comunque, è che non si lasci morire un progetto di successo come la MiTo, un po’ come è successo con la GT.