La notizia del fallimento della divisione americana di Suzuki ha colto di sorpresa sia noi appassionati europei che quelli americani. A dire la verità, però, almeno Oltreoceano era noto che la casa giapponese non stava passando un gran momento, anche se nessuno poteva immaginare che Suzuki avesse l’occorrenza di richiedere l’intervento della Chapter 11, la nota legge americana che consente alle aziende in crisi di avviare una fase di fallimento pilotato.
La stessa legge che ha utilizzato Chrysler nel 2009, comunque, porterà Suzuki a conseguenze diverse, dato che
l’American Suzuki Motor Corporation (questo il nome della filiale americana) ha comunicato che terminerà con effetto immediato l’esportazione sul territorio americano di automobili e fuoristrada, mentre rimarrà attiva per il settore delle moto, dei quad e dei motori marini.
Suzuki ha comunicato di aver adottato questa decisione estrema per diversi fattori, tra cui “i bassi volumi di vendita, un numero limitato di modelli nella gamma, i tassi di cambio sfavorevoli, le difficoltà di crescita e mantenimento del sistema di distribuzione ed a causa di un aumento dei costi legato al rispetto di determinati requisiti normativi unici per il mercato statunitense“.
Fino ad Ottobre di quest’anno, la casa del Sol Levante ha venduto 21’188 unità sul tutto il territorio a stelle e strisce, facendo segnare una flessione di circa il 5% rispetto lo stesso periodo dello scorso anno. Tutto ciò nonostante il mercato statunitense sia in crescita del 14%. Infine, Suzuki ci ha tenuto a salvaguardare tutti i suoi clienti, dicendo che “tutti i nostri consumatori saranno tutelati ed ogni garanzia continuerà ad essere onorata”.
Tranquilli, comunque: questo inaspettato fallimento non avrà ripercussioni in altre parti del mondo. Almeno si spera.