Se seguite Motori24 da qualche mese, saprete bene che abbiamo seguito sempre con molta attenzione e molto da vicino il caso Fiat-Annozero, dopo che l’azienda del Lingotto ha richiesto un risarcimento di circa 20 milioni di Euro per aver danneggiato ingiustamente il brand Alfa Romeo a seguito della messa in onda durante Annozero una vergognosa prova (se così si può definire) con protagoniste una Mini, una Citroen DS3 e, appunto, un’Alfa Romeo MiTo (clicca qui per saperne di più).
Nella prova, la MiTo risultò ingiustamente inferiore alle rivali, in quanto il servizio fu montato decisamente a caso (non è il termine sbagliato, purtroppo) dimostrand
o l’inferiorità tecnica della piccola di Arese basandosi, però, solo sui dati relativi alla velocità (come se uno al giorno d’oggi comprasse un’auto per correre in pista). In più, lo stesso Santoro ci tenne ha precisare che il test fu svolto da Quattroruote ma, guarda caso, si dimenticò di dire che alla fine della prova completa la MiTo conquistò un punteggio molto più alto delle due rivali…
Bene, nella giornata di ieri è finalmente giunta la sentenza del giudice di primo grado, il quale ha condannato il giornalista Corrado Formigli e la Rai ad un risarcimento di 5 milioni di Euro a Fiat Group Automobiles. Sicuramente, forse per ragioni di natura giuridica, non si potrà condannare ad alcun risarcimento Santoro. Ma la domanda che ci poniamo è questa: come può essere considerato completamente privo di responsabilità Santoro? Ha denigrato senza alcuna ragione un’auto italiana con il solo pretesto di voler attaccare Sergio Marchionne ed il Governo di allora. Forse non si ricordava che sono gli stessi operai in cassa integrazione che in più occasione ha difeso a produrre la MiTo?