Si sa, la Cina è un Paese alquanto strano sotto il punto di vista automobilistico, dato che proprio in questi anni sta conoscendo il suo più grande sviluppo sotto ogni punto di vista. Proprio ieri, il ministro cinese del commercio, allo scopo di favorire l’industria locale (come se non bastassero le centinaia di case già esistenti) ha imposto una nuova tassa sulle auto di produzione americana che superino la cilindrata di 2.5 litri.
Le autorità locali hanno ritenuto che queste auto “danneggiassero l’industria automobilistica cinese” ma, sinceramente, non so come potessero danneggiarla, dato che i costruttori cinesi producono
poche auto di quella cilindrata e di una qualità molto più bassa rispetto a quella, pur non eccelsa delle auto americane. Tuttavia, nonostante le apparenze, questa mossa del Governo cinese non danneggerà l’industria automobilistica americana più di tanto.
Per esempio, delle quasi 2 milioni di auto che General Motors ha commercializzato quest’anno in Cina, la quasi totalità sono realizzata localmente e solo modelli di lusso come la Cadillac SRX sono prodotte ancora Oltreoceano. Stessa cosa vale per Ford, dato che l’unico modello sottoposto a dazi è il suv Edge, costruito in Canada.
I più colpiti, quindi, saranno BMW (esporta circa 25’000 veicoli/anno prodotti negli Stati Uniti), Chrysler (24’000 unità, per la maggior parte Jeep) e Mercedes (18’000 unità annue). Ma come si è reagito negli Stati Uniti? Chiaramente, i senatori democratici e repubblicani hanno espresso il loro dissenso per la nuova tassa, mentre gli analisti ritengono che questo nuovo dazio non avrà grandi ripercussioni dato che questo tipo di vetture interessano solitamente un acquirente di fascia alta che si farà pochi problemi a spendere qualcosa in più per la sua nuova auto a stelle e strisce.