Sicuramente tutti i lettori saranno a conoscenza dell’immensa catastrofe che ha toccato il Giappone all’alba di ieri (ora Italia). Il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Paese asiatico, oltre ad avere distrutto la vita di migliaia di famiglie, hanno anche dilaniato i costruttori automobilistici e gran parte dei loro fornitori. Proprio in mattinata, Toyota ha comunicato di aver sospeso l’attività in tre suoi centri, compreso quello di Miyagi, inaugurato proprio all’inizio di quest’anno per la produzione della prossima generazione della Yaris ad un ritmo di 120’000 unità annue. Nissan ha detto che i suoi impianti più danneggiati sono quelli di Tochigi, Kanagawa e Fukushima e due dei suoi lavoratori sono rimasti feriti ma non sarebbero in pericolo di vita.
La Fuji Heavy Industries, gruppo di cui fa parte anche Subaru, si è detta costretta a chiudere temporaneamente cinque stabilimenti per capire l’entità dei danni materiali subiti. Passiamo ora a Denso, società che da decenni si occupa di fornitura di materiali per il settore automobilistico, la quale ha dovuto chiudere un cantiere tuttavia senza che i lavoratori ne venissero coinvolti. Mazda ha comunicato di non aver riscontrato alcun danno a persone od a cose (in quanto Hiroshima è a circa 1’000 Km a sud-est dell’epicentro del terribile terremoto), mentre Mitsubishi e Suzuki non hanno ancora comunicato il loro grado di coinvolgimento nella catastrofe.
Honda ha forse ottenuto il bilancio peggiore, in quanto il costruttore ha comunicato tramite una nota che un suo dipendente presso il centro di ricerca e sviluppo è purtroppo deceduto mentre altre 30 persone sono ora ricoverate in ospedale. Inoltre, la stessa Honda ha detto di aver appena chiuso due stabilimenti. Naturalmente, la ripresa della produzione dipenderà anche dai danni registrati anche dagli altri settori collegati in qualche modo con l’automotive.