Come forse tutti saprete, l’a.d. di Fiat Sergio Marchionne è stato ospite nella giornata di ieri del Meeting di CL in corso a Rimini fino a Sabato 27 Agosto.
Durante il suo intervento dinnanzi ad una nutrita assemblea è stato più volte interrotto dagli applausi della platea, applausi che comunque contrastano con le proteste dei pochi manifestanti di rifondazione comunista presenti all’ingresso del quartiere fieristico della città romagnola.
Marchionne gode da sempre della fama di ottimo comunicatore, diffatti il suo discorso al Meeting è stato correlato di immagini: i passaggi salienti sono stati accuratamente accompagnati da fotografie.
Ad ogni modo il messaggio per l’Italia non è stato tra i più dolci: secondo il numero uno del Lingotto, infatti, “non siamo più negli anni ’60 e occorre quindi abbandonare il modello di pensiero che vede una continua lotta tra capitale e lavoro e fra padroni ed operai”.
Insomma, secondo Marchionne il sistema sindacale nel nostro Paese deve assolutamente cambiare. Secondo il manager italo-canadese se qualcosa non verrà mai cambiato nel modo di trattare tra parti sociali e aziende, l’Italia non crescerà mai e non riuscirà a ritornare competitiva come un tempo.
Come era prevedibile, le parole di Marchionne non hanno fatto contenti i tre operai prima licenziati e poi reintegrati nello stabilimento Fiat di Melfi. Uno di loro, Giovanni Barozzino, ha detto che “è chiaro che Marchionne vuole stare sopra la legge e sopra lo Stato, non avendo rispettato il Presidente della Repubblica che aveva invitato ad abbassare i toni”.
In definitiva, Fiat e Fiom si troveranno di nuovo davanti il 21 Settembre presso il giudice del Lavoro di Melfi allo scopo di chiarire una volta per tutte le corrette modalità di applicazione della sentenza con cui lo scorso 9 Agosto venne decretato il reintegro dei 3 operai.
Infine, il caso Alfa Romeo-Volkswagen (qui nel dettaglio): Marchionne ha dichiarato: “Se ho detto che non la vendo, la mia risposta è no. Con Volkswagen non ci sono rapporti. Parliamo con loro, con i francesi, con tutti, parliamo sempre e parliamo di tutto”.